Finalmente abbiamo il nuovo sito aziendale. Sì, finalmente!, perché ci abbiamo messo tempo (tanto) e risorse, confrontandoci con grafici, programmatori, esperti di contenuti. Ma quanta fatica. È così per molti. Anche per chi i siti li realizza per mestiere.
Dunque, alla fine ce l’abbiamo fatta. Il sito è online e inizia a ricevere le prime visite.
Ebbene, cosa dovremmo chiederci? Le domande sono due e valgono per tutti i siti:
Alla prima domanda, dovremmo aver risposto nella fase di progettazione del sito, definendo con chiarezza obiettivi e destinatari: ci accontentiamo di visitatori generici? vogliamo lettori? clienti? networker? Prima definiamo gli obiettivi, poi realizziamo lo strumento – il sito – che ci permette di raggiungerli.
Alla seconda domanda, invece, possiamo rispondere solo dopo aver osservato il comportamento degli utenti che visitano il nostro sito. Possiamo farlo con uno strumento gratuito, Google Analytics.
Ci sono delle buone pratiche? Proviamo a suggerire un paio di considerazioni:
Un esempio positivo? La registrazione a Facebook. È un modello di comunicazione dell’identità aziendale: promessa (“Ti aiutiamo a rimanere in contatto con le persone della tua vita”), immagine in stretta relazione con il testo, incentivo all’iscrizione (“È gratis per sempre”), microinformazioni a supporto dell’interazione (“Come ti chiami?”).
Un secondo esempio: Google Drive, “Tutti i tuoi file, sempre con te”, con l’immagine che evoca, a supporto, attività professionale, integrazione tra strumenti (computer e smartphone), ambiente domestico (il caffè, il tavolo in legno), la manualità.
Un concentrato di attenzione per gli utenti, per far sì che riescano, tutti, a identificare senza ambiguità la promessa.
Conclusione
Non possiamo conoscere direttamente le persone che visitano il nostro sito. Potrebbero essere locali o di altre città, professionisti del settore o potenziali clienti, potrebbero arrivare sul nostro sito perché qualcuno gli ha parlato di noi o perché hanno fatto una ricerca su Google.
Meglio quindi non presupporre una conoscenza a priori di chi visita il nostro sito. Meglio interrogare i dati di Google Analytics, leggerli – possibilmente con regolarità – e chiedersi cosa possiamo fare per migliorare l’esperienza dei visitatori, migliorando così anche il nostro sito: i tempi di caricamento delle pagine, la visualizzazione su smartphone, la presentazione dei servizi, il “Chi siamo” ecc.
Ci avete mai pensato?